Posso mangiare il Parmigiano Reggiano se ho la pressione alta?
Il Parmigiano Reggiano è un formaggio sano e salubre, quasi mai associato all’insorgenza di condizioni patologiche.
Tuttavia, chiunque lo reputi necessario, è tenuto a confrontarsi con il proprio medico per valutare se i cibi assunti contribuiscono a un’eventuale insorgenza o recrudescenza di malattie a danno della propria - o altrui, in caso di bambini - salute.
Questo approccio, cauto e responsabile, vale anche per quegli stati patologici che non danno sintomi e la cui prevenzione è spesso legata alle abitudini alimentari, come nel caso della pressione alta, o ipertensione.
Ipertensione arteriosa: cos'è e che legame esiste con l'alimentazione
L’ipertensione arteriosa si verifica nei soggetti che soffrono di elevata pressione del sangue nelle arterie. E’ una condizione molto diffusa tra la popolazione adulta e tra i fattori scatenanti più frequenti rientrano anche fumo, stress, alimentazione ricca di grassi e scarsa attività fisica, oltre a familiarità pregressa.
La relazione tra ipertensione e alimentazione è molto stretta. In base ad alcune evidenze scientifiche, alcuni cibi vanno consumati con estrema moderazione perché, in caso di abuso, rischiano di provocare un aumento della pressione arteriosa con gravi conseguenze per l’organismo. Tra questi alimenti rientrano sale, frutta a guscio, insaccati, carni rosse, cioccolata e alcolici. Il Parmigiano Reggiano non è compreso in questo elenco, ma riteniamo comunque opportuno fare alcune precisazioni in merito ad alcune delle sostanze correlate all’ipertensione, ovvero sale e grassi.
Quanto sale e grassi ci sono nel Parmigiano Reggiano?
Il Parmigiano Reggiano si fa esclusivamente con latte, siero innesto e caglio. Il sale viene impiegato in un momento successivo alla caseificazione, sotto forma di soluzione satura di acqua e cloruro di sodio che, assorbita per osmosi, funge da conservante naturale, nonché l’unico ammesso dal disciplinare di produzione. In 100 grammi di Parmigiano Reggiano stagionato 24 mesi, sono presenti appena 1,6 grammi di sale.
La presenza del sale, per quanto minima, è fondamentale al fine di consentire una corretta e prolungata stagionatura del formaggio, che apporta una lunga serie di benefici sia organolettici che nutrizionali. Tra questi ultimi, evidenziamo la destrutturazione delle proteine e dei grassi in esso contenuti, che ne facilita la digestione, e quindi l’assimilazione, e l’utilizzo da parte dell’organismo.
Nel nostro articolo dedicato a Parmigiano Reggiano e dieta, abbiamo evidenziato che, pur contenendo grassi, il Parmigiano non è considerato un formaggio grasso in quanto tale. Infatti, in 100 grammi di formaggio si trovano circa 28 grammi di grasso, di cui la maggior parte sono cosiddetti grassi buoni, ovvero rapidamente metabolizzati dall’organismo e usati da fegato e muscoli. Ovviamente però, non bisogna mai eccedere con le quantità.
Per concludere
In generale, la pressione alta, come qualsiasi altra condizione patologica che possa essere riconducibile anche all’alimentazione, dovrebbe comunque stimolare un’indagine accurata delle cause scatenanti e, magari, un drastico cambiamento delle proprie abitudini alimentari, a prescindere dalla preferenze personali e dai valori nutrizionali dei cibi.
La nostra migliore risposta al quesito iniziale è quindi quella di chiedere il parere di un medico, o di uno specialista, che sia in grado di valutare il quadro clinico della persona e fornire le giuste indicazioni per un regime alimentare che non solo non aggravi, ma possa anche portare a un auspicabile miglioramento della condizione di ipertensione.