Posso mangiare il Parmigiano Reggiano se ho il diabete?

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Il Parmigiano Reggiano è un alimento che può essere incluso nella dieta di chi ha il diabete ma, a tale proposito, è importante fare alcune considerazioni specifiche. Infatti, prima di rispondere alla questione se chi soffre di diabete può mangiare Parmigiano Reggiano, è fondamentale capire cosa sia il diabete, quanto è diffuso in Italia e quali problemi di salute comporti. È essenziale sottolineare che, indipendentemente dalle informazioni fornite di seguito, è sempre consigliabile ottenere una consulenza medica personalizzata riguardo alla propria alimentazione. Ciò perché le esigenze dietetiche possono variare considerevolmente da individuo a individuo, in base alla gravità del diabete, all'esperienza personale con la malattia e a una serie di altri fattori legati alla salute e alla storia individuale.

Cos’è il diabete

In base a quanto riportato dal sito ufficiale del Ministero della Salute, il diabete è una condizione cronica e progressiva, che si manifesta con livelli elevati di glucosio nel sangue. 

Esistono diversi tipi di diabete:

  • Diabete mellito tipo 1: malattia cronica autoimmune causata dalla distruzione delle cellule pancreatiche che producono insulina. Questa condizione porta a un eccesso di zucchero nel sangue. È più comune nei giovani e richiede il trattamento con insulina. Le cause esatte non sono completamente comprese, ma coinvolgono fattori genetici e ambientali.
  • Diabete mellito tipo 2: rispetto al tipo 1, il diabete mellito di tipo 2 è più comune. Si tratta di una malattia cronica caratterizzata da alti livelli di zucchero nel sangue, causati da un'alterazione dell'insulina. L’insulina è un ormone essenziale prodotto dal pancreas che facilita l’ingresso del glucosio presente nel sangue nelle cellule del corpo, dove viene utilizzato come fonte di energia. Se il pancreas non produce abbastanza insulina o se le cellule non rispondono adeguatamente all'ormone, il glucosio rimane nel sangue, causando un aumento dei livelli di zucchero (iperglicemia) e potenziali danni agli organi. Questa forma di diabete è associata a sovrappeso, obesità e stili di vita poco sani, ed è prevenibile con cambiamenti nell'alimentazione e nell'attività fisica. 
  • Diabete mellito gestazionale: condizione caratterizzata da una regolazione alterata del glucosio che si verifica durante la gravidanza e può presentarsi a diversi livelli di gravità. Spesso, questo tipo di diabete si manifesta per la prima volta durante la gestazione e tende a risolversi poco dopo il parto, ma può ripresentarsi in forma di diabete di tipo 2 anche dopo degli anni.

Perché si chiama diabete mellito?

Il termine "diabete mellito" ha origine dal greco "diabaino" che significa "passare attraverso", e dal latino "mellitus" che significa "dolce". Questo termine si riferisce alla presenza di zucchero nelle urine, un sintomo dell'eccessiva presenza di glucosio nel sangue. Secondo la Relazione 2022 del Ministero della Salute dal titolo "Stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni in tema di diabete mellito", il diabete mellito di tipo 1 e di tipo 2 sono distinti per cause, sintomi, trattamenti e prevenzione. Il diabete di tipo 1 coinvolge la distruzione autoimmune delle cellule pancreatiche e richiede l'assunzione di insulina fin dall'inizio, mentre il diabete di tipo 2 è associato allo stile di vita, inclusa l'alimentazione, ed è possibile prevenirlo o gestirlo attraverso dieta, esercizio fisico e, se necessario, farmaci.

Diffusione del diabete in Italia 

Nella stessa relazione citata nel paragrafo precedente, si legge che in Italia, nel 2021, si stimava una prevalenza di diabete noto pari a oltre 3,5 milioni di persone, con una tendenza in progressivo aumento rispetto agli anni precedenti. La prevalenza è mediamente più bassa nelle Regioni del Nord-ovest, del Nord-est e del Centro, rispetto a quelle del Sud e delle Isole.

Problemi di salute legati al diabete

Il diabete di tipo 2 può portare a gravi complicanze, sia a breve che a lungo termine. Le complicazioni a breve termine includono ipoglicemia, iperglicemia e chetoacidosi diabetica. L'ipoglicemia si verifica quando lo zucchero nel sangue scende troppo, mentre l'iperglicemia si verifica quando è troppo alto. La chetoacidosi, una complicanza metabolica, è rara ma può essere grave. Le complicazioni a lungo termine coinvolgono il cuore, il sistema nervoso, i reni e gli occhi, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, neuropatia, nefropatia e retinopatia. Il diabete gestazionale, se trascurato, può influenzare negativamente la gravidanza e la salute del nascituro.

Diabete e alimentazione

Sebbene il diabete non possa essere definitivamente "curato" solo attraverso l'alimentazione, è possibile gestire e migliorare la salute di una persona con diabete scegliendo correttamente gli alimenti. L'obesità è una delle cause ufficiali del diabete di tipo 2 e un'alimentazione equilibrata, all'interno di uno stile di vita sano, può effettivamente contribuire a migliorare gli effetti del trattamento terapeutico adottato. Pertanto, se si ha il diabete o se si ha familiarità con la malattia, è consigliabile consumare, in quantità adeguate, soprattutto alimenti genuini, composti da pochi e semplici ingredienti, come ad esempio il Parmigiano Reggiano DOP.

Nello specifico, bisognerebbe:

  • Controllare l’assunzione di carboidrati, prediligendo quelli complessi presenti nei cereali integrali e nei legumi;
  • Controllare le porzioni di cibo per gestire il peso corporeo e il livello di zuccheri nel sangue;
  • Consumare alimenti ricchi di fibre;
  • Limitare gli zuccheri aggiunti, come quelli presenti nei dolci, nelle bevande zuccherati e nei cibi raffinati;
  • Consumare proteine e grassi sani contenuti in pesce, carni bianche, frutta secca e olio extravergine d’oliva;
  • Regolare l’assunzione di sodio e grassi saturi;
  • Mantenere monitorato il livello di zuccheri nel sangue;
  • Conoscere l’indice glicemico degli alimenti. 

Indice glicemico dei cibi

L'indice glicemico (IG) è una misura che indica quanto rapidamente un alimento aumenta i livelli di zucchero nel sangue. Gli alimenti con un indice glicemico più alto tendono ad aumentare rapidamente i livelli di zucchero nel sangue, mentre quelli con un indice glicemico più basso portano ad un aumento più graduale e stabile dei livelli di zucchero. La conoscenza dell'indice glicemico degli alimenti può essere utile per le persone con diabete di tipo 2, perché consente loro di scegliere alimenti che aiutano a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue nell’arco della giornata. 

Indice glicemico del Parmigiano Reggiano

In generale, i formaggi tendono ad avere un basso indice glicemico perché contengono solo alcune tracce di carboidrati, macronutrienti composti principalmente da carbonio, idrogeno e ossigeno. Nel caso specifico del Parmigiano Reggiano, come descritto in questo articolo dedicato alla sua composizione, si riscontra addirittura l'assenza totale di carboidrati. Ciò riguarda anche il lattosio, lo zucchero presente nel latte, di cui il Parmigiano Reggiano è completamente e naturalmente privo grazie al tipico processo di lavorazione del latte da cui si ricava. L’unica traccia di zucchero riscontrabile è quella del galattosio, presente in una quantità minima trascurabile pari a meno di 0,01 grammi per ogni 100 grammi di Parmigiano Reggiano. Il galattosio è uno zucchero semplice e la maggior parte di quello che viene utilizzato dal nostro organismo ha un'origine alimentare. 

Leggi di più su lattosio e galattosio

Diabete e Parmigiano Reggiano

In sintesi, il Parmigiano Reggiano rappresenta una scelta nutrizionale adeguata per coloro che vogliono mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue. L’assenza di carboidrati e l'elevato contenuto di proteine e grassi contribuiscono al suo basso indice glicemico e favoriscono una sensazione di sazietà. Tuttavia, è importante per le persone con diabete controllare le porzioni e monitorare attentamente la risposta del proprio corpo al consumo di questo formaggio. Sebbene il consumo quotidiano raccomandato di Parmigiano Reggiano sia di solito di 30-40 grammi al giorno per chi non ha indicazioni mediche specifiche, per le persone con diabete è consigliabile consultare il proprio medico curante per valutare la quantità appropriata da consumare. Questo aiuterà a evitare l'alterazione del regime alimentare che contribuisce a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue nel corso della giornata.

Le informazioni qui fornite non costituiscono né sostituiscono consigli medici o professionali della salute. Prima di apportare modifiche al proprio regime alimentare, è fondamentale consultare un medico specialista o altro professionista sanitario di fiducia.

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